GIOCARE CON I
CARRETTINI IN STRADA

GIOCARE IN STRADA CON I CARRETTINI

carrettini a gò gò per emozioni, forti sperimentando un giocattolo d'altri tempi

 

Sin dalle prime edizione della Festa del diritto al gioco (nel lontano 2013) e poi nel corso delle varie edizioni della stessa,  attrezzati di guanti e caschetto, gruppi di bambini e bambine di varie età, hanno avuto l’opportunità di giocare con i carrettini a cuscinetti a sfera.

Inizialmente portati alla Festa da una informale “Banda del Carrettino”, questi “cavalli di battaglia” del giocattolo della tradizione, sono tra i più grandi e pesanti “dispositivi ludici” che hanno resistito all’assalto dei tempi. 

Solitamente era tradizione che con la bella stagione, dopo avere recuperato un po’ di materiale, spingeva più i bambini che le bambine, ad usare le risorse per costruire i carrettini a cuscinetti a sfera, ritrovandosi in piccoli gruppetti nei garage del babbo o del nonno, ricorrendo ai loro strumenti – spesso di nascosto.

COSTRUIRE IL GIOCATTOLO

Quelli della Banda del carrettino si sono sciolti confluendo nell’Ass. Lucertola Ludens, portando 15 carrettini in dono. Grosse “cose” per giocare con le ruote che erano e sono tutt’ora bene custoditi, ed  illustrano qualcosa della tradizione a partire dal materiale: fatti in legno ricavato da vecchi pallet dis-assemblati, rimuovendo i lunghi chiodi, smantellando a forza le varie assi dai loro zoccoli in legno massello.
Parti che, in fase di costruzione del giocattolo, sono state riassemblate secondo un diverso schema, ricorrendo prevalentemente a lunghe viti per arrivare a costituire la struttura portante, o sedile provvisto di semiasse centrale.

Quindi si aggiungono le ruote metalliche (o cuscinetti a sfera) e una corda, per la manovra, anche se questa è meglio granita dalla pressione che esercitano i piedi sul semiasse anteriore, quello mobile – reso tale da un perno.

claudio mitico di legambiente circolo matelda
ragazze al gioco con i carrettini  in strada

GIOCARE CON IL GIOCATTOLO

I carrettini permettono di lanciarsi, chi più e chi meno, nella sempre fragorosa esperienza del gioco in strada, resa potentemente rumorosa dalle ruote metalliche che rullano sull’asfalto che, dopo qualche tempo di rullio, lasciando dietro di se delle scie bianche, che a fine giornata hanno marcato il selciato lasciando vivide impressioni d'infanzia.

Per chi ha avuto la possibilità di sperimentarlo, questo grosso giocattolo in corsa, si caratterizza anche per le sue vibrazioni - che dalla dura strada si trasmettono alle ruote, da queste ai semiassi e al sedile raggiungendo il corpo in modo massiccio, e che spesso sono le prime sensazioni che impressionano e a volte disorientano il guidatore novello, anche arrivando ad intimorire, soprattutto se si tratta di guidatore in più tenera età.

Spesso provvedere il sedile con un cuscino o delle coperte piegate previene l’effetto destabilizzante di tali vibrazioni.

 

Durante la Festa, all’avvio del gioco con i carrettini si fa anticipare la prescrittiva indicazione (fornita da chi supervisiona la situazione ludica) di indossare caschetto e guanti, di sedere sul sedile con pronta e stretta presa delle maniglie, di cui è stato fornito questo modello di carrettino (dettaglio che non era presente nei carrettini tradizionali). E questo riesce quasi sempre e rassicurare tutti/e, genitori in testa.

In quei pomeriggi di Festa, in una strada piatta e resa interdetta al traffico (che corre parallela al parco delle Manifiorite), ricorrendo a corde tra loro annodate (a cui vi erano state aggiunte parti gialle e verdi di tubo per irrigazione), si è trasformato un pezzetto di via Eraclea in un semplice circuito.

In esso, non essendoci alcuna discesa (come per tutte le strade della piana “città dei mosaici”), l’unica modalità per dotare di energia propulsiva il giocattolo, è data dall’amico/a, dall’adulto (genitore e nonni o altri che bene si prestano al gioco e alla funzione di diventare “i motori muscolari” dello strumento ludico), che spingendo o tirando, appoggiandosi alle spalle del guidatore, o agguantando la corda di cui è provvisto il semiasse anteriore del carrettino, ne determinano il movimento; parzialmente anche la direzione del mezzo, che invece può essere determinata dal guidatore, via i suoi piedi prementi sul semiasse anteriore.

guanti e caschetto per garantire sicurezza nel gioco del carrettino
in coppia seduti sul carrettino in strada

AL DI LA’ DELLA SFIDA COMPETITIVA PER LA VELOCITA’

Ogni tanto vi sono sprazzi di energia più vivace e rosso fuoco, sono alcuni preadolescenti che si sfidano tra loro a chi completa il circuito prima dell’altro. Sono più spesso due coppie di amici, ma anche due ragazze in cui c’è una che vuole spaventare l’altra aumentando il brivido della mancanza di controllo sul mezzo perchè è il motore che decide la velocità.

Quando poi si scopre il potere del momento di traino improvviso allora si fa proprio lo scherzo, e accade se il guidatore è posto seduto più verso il bordo del sedile esterno che al centro, allora c’è un momento di disequilibrio nell’istante della concentrazione dell’impulso di forza che viene impresso da chi traina.

La controproposta di conduce e supervisiona il gioco potrebbe indirizzare la della sfida più nella direzione della creatività, della sfida all’ingegno piuttosto che alla velocità. Una domanda qualità come Quanti modi diversi conosci per guidare il carrettino, o per stare in due sul carrettino? può dirottare l’attenzione agli equilibri dis-equilibri dinamici sul carrettino, ai tanti modi di “adoperare” fare buon uso del corpo di chi guida. E su questo contesto creativo si può rilevare una infinità di possibilità, soprattutto se a giocare la sfida sia un piccolo gruppo con un altro piccolo gruppo.

Un'altra direzione di sviluppo del gioco possono essere i trenini di carrettini, collegando uno all’altro attraverso le corde di traino

treno di carrettini inpiazza

no limiti alla creatività, soprattutto se indirizzata a promovere interazione ludica in un orizzonte di sostenibilità

MEMORIE D’INFANZIA  A CONFRONTO
Anche qui, indipendentemente dall'età, in molti (e contemporaneamente) hanno potuto beneficiare di questa modalità ludica in più per tornare a giocare in strada - riappropriandosi di una libertà, apprezzando quanto era ancora di dominio delle generazioni precedenti, consumato in gratuità nel legittimo tempo libero.

In quella strada per l'occasione chiusa al traffico, diventa “ghiotta” l'occasione di “agganciare gli adulti” (genitori solitamente), per mettere pure loro alla guida del carrettino – questa volta trainato dai bambini/e. Perchè no, W la parità!

Realizzando così un reciproco scambio di favori e prospettive nel condividere l’esperienza, sapendo che sempre giova ai bambini/e ritrovare adulti che si mettono al loro livello.

tnati modi diversi di giocae con il carrettino in gruppo
giocare in famiglia tutti sul carrettino
lanciato nella corsa con il carrettino

Con alcuni adulti e di più con i nonni, succede sempre che il giocattolo evoca il racconto di memorie d'infanzia, facilmente attivando una conversazione. Spesso emergono nostalgiche avventure, tutte ad alto rischio “come di quando con un carrettino simile a questo ci si scapicollava giù dalle colline”. Una conversazione che diviene a volte “ambigua” con la generalistica e stereotipata frase: “Quando ero bambino io, sapevo costruire questo giocattolo. Allora si che ci si divertiva con poco, altroché il Game-Boy di oggi!”.
Espressione che diventa quasi un giudizio rispetto all'infanzia e ai modi di giocare di oggi, quasi a voler reclamare delle colpe alle nuove generazioni per il mondo che si ritrovano a vivere.

Per un promotore di cultura ludica partecipata questa è un'ottima circostanza per spostare l'attenzione dal mondo di ieri dell'adulto al mondo del bambino/a di oggi, confrontando quanto diversi sono gli ambienti ed i contesti di espressione del gioco, per puntare l'attenzione alla qualità del gioco di oggi purtroppo depauperato dalle sue essenziali caratteristiche fatte di gratuità, libertà di scelta delle attività, luoghi e tempi, di varietà e a contatto con la natura, spesso giocato in grandi gruppi, che dall’auto sono divenuti etero gestiti ed organizzati.

via eraclea con il gioco dei carrettini